Deterioramento cognitivo

Grazie alla scienza oggi viviamo molto di più.
Tuttavia, a causa dell’invecchiamento della popolazione, aumenta anche il rischio di contrarre una patologia neurodegenerativa con il passare degli anni.
Il deterioramento cognitivo, o demenza, è molto diffuso (dal 5 al 30% della popolazione anziana) ed è in continuo aumento.
Si tratta di una patologia che induce un graduale perdita del tessuto cerebrale con conseguente graduale perdita delle facoltà cognitive, con un esito inevitabile quale il decesso.
La più diffusa è la demenza di Alzheimer, ma esistono molti quadri con diversi esordi e decorsi che tuttavia culminano nella medesima modalità.
Il paziente inizia a presentare lievi sintomi cognitivi, come difficoltà di memoria recente e di apprendimento nel caso dell’Alzheimer o difficoltà di attenzione e gestione delle routine quotidiane nei quadri frontali. Nelle fasi iniziali il paziente perde qualche tipo di autonomia come ad esempio la capacità di fare la spesa o spostarsi autonomamente con i mezzi. Le difficoltà aumentano con il passare del tempo riducendo sempre di più le autonomie e interessando nelle fasi finali anche le funzioni motorie ed emotive.
E’ molto importante fare una diagnosi neuropsicologica accurata il più precocemente possibile.
Se si evidenzia un deterioramento in atto non lo si può fermare. Tuttavia lo si puo’ rallentare mediante interventi di stimolazione cognitiva mirata alle funzioni via via interessate dalla degenerazione. Si può inoltre attuare trattamenti adeguati per stimolare le funzioni motorie e i sistemi emotivi al fine di rallentare il coinvolgimento della degenerazione di questi sistemi cerebrali. Infine è molto utile fornire supporto e consulenza ai famigliari di questi pazienti o chi si occupa di loro al fine di migliorare l’armonia famigliare, relazionale e sociale, che puo’ essere turbata dalla comunicazione della diagnosi o dalle difficoltà del paziente, e mantenere più a lungo possibile il paziente in uno stato di maggiore autonomia possibile.
In alcuni casi la diagnosi può far emergere un quadro di lieve deficit cognitivo che può talvolta non evolvere in demenza. In questi casi l’intervento di stimolazione cognitiva è estremamente indicato in quanto rappresenta un potente fattore di protezione contro lo sviluppo di una demenza.